Descrizione
Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP designa il frutto, allo stato fresco o conservato “al piennolo”, degli ecotipi locali delle specie Lycopersicon esculentum Miller.
Zona di produzione
La zona di produzione del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP comprende i territori di 18 comuni della provincia di Napoli, la maggior parte dei quali situati all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, nella regione Campania.
Metodo di produzione
I pomodorini vengono coltivati esclusivamente in campo aperto. Le piante devono svilupparsi in verticale fino a un’altezza di 80 cm, adeguatamente sostenute da paletti che impediscono ai frutti di toccare il terreno. La raccolta avviene nel periodo compreso tra la fine di giugno e la seconda settimana di agosto. I grappoli (schiocche) vengono intrecciati a mano su un filo di fibra vegetale legato a cerchio, così da comporre un unico grande grappolo, il cosiddetto piennolo, che viene appeso su ganci o supporti idonei, in luoghi asciutti e ben ventilati. Questa modalità di conservazione consente di mantenere le qualità organolettiche del prodotto fino a 7-8 mesi dalla raccolta.
Aspetto e sapore
Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP si presenta come frutto a bacca rossa a maturazione, con dei solchi laterali (coste) che, unitamente al cosiddetto pizzo alla estremità, gli conferiscono la caratteristica forma. Ha una buccia abbastanza spessa e una polpa molto soda e compatta, con un basso tenore di acqua, che lo rendono quasi croccante al morso. Consumato fresco, ha un sapore vivace e intenso. La successiva conservazione “al piennolo” conferisce al Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP un retrogusto leggermente amaro e un colore rosso scuro in superficie e rosso intenso all’interno.
Storia
Si trova menzione dei pomodorini coltivati alle pendici del Vesuvio in diversi studi pubblicati fra la metà del XIX e l’inizio del XX secolo. Fra questi ricordiamo il testo Degli ortaggi e loro coltivazione presso la città di Napoli di Bruni, edito nel 1858, in cui l’autore cita i pomodorini a ciliegia legati in serte, facendo riferimento alla loro caratteristica di sapore e di conservabilità, ottenuta proprio grazie al particolare metodo di conservazione utilizzato. Nell'Annuario della Regia Scuola Superiore di Agricoltura di Portici del 1885 sono indicate le tecniche necessarie per la coltivazione e la conservazione dei pomodorini. Ulteriori testimonianze sono rintracciabili in altri studi di agraria della rinomata Scuola Superiore di Agricoltura di Portici, diventata poi Facoltà di Agraria.
Gastronomia
Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP può mantenersi inalterato fino alla primavera successiva alla raccolta, a condizione che il piennolo venga conservato appeso in un luogo fresco, asciutto e ventilato. Ingrediente principe di numerosi piatti, come i classici spaghetti o la pizza (ai quali conferisce personalità), è insostituibile nei piatti a base di pesce, crostacei e frutti di mare.
Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio come Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP nelle tipologie: Fresco, Conservato “al piennolo” e Conservato allo stato di bacche o di grappoli. Il tipo Fresco è venduto in bacche o grappoli posti in idonei contenitori sigillati del peso massimo di 10 kg; il tipo Conservato “al piennolo” viene commercializzato in piennoli singoli del peso massimo di 5 kg posti in vendita o singolarmente, sempre con il logo identificativo della DOP, o in idonei contenitori sigillati; il tipo Conservato allo stato di bacche o di grappoli viene venduto in idonei contenitori sigillati del peso massimo di 10 kg.
Nota distintiva
Il suolo di origine vulcanica, particolarmente fertile, e il clima caratterizzato da elevate escursioni termiche tra il giorno e la notte favoriscono la lunga e naturale conservazione del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP, conferendo maggiore consistenza alla buccia ed elevata sapidità alle bacche.