Descrizione
La Piadina Romagnola IGP o Piada Romagnola IGP è un prodotto della tradizione romagnola a base di farina di grano tenero o farina di farro, acqua, grassi e sale. Il prodotto pronto per il consumo si presenta in due tipologie diverse per dimensione: Piadina Romagnola e Piadina Romagnola alla Riminese.
Zona di produzione
La zona di produzione della Piadina Romagnola IGP comprende il territorio amministrativo delle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e alcuni comuni della provincia di Bologna, nella regione Emilia-Romagna.
Metodo di produzione
Per ottenere l’impasto della Piadina Romagnola IGP vengono mescolati farina di grano tenero o farina di farro, sale, grassi (olio d’oliva, olio extravergine d’oliva o strutto) con acqua ed eventuali agenti lievitanti. A carattere facoltativo è l’uso di ingredienti in aggiunta quali latte e/o miele. L’impasto viene successivamente suddiviso in pani o palline di misure variabili a seconda della dimensione della piadina che si intende ottenere. I pani vengono laminati a mano, mediante mattarello, oppure meccanicamente fino a ottenere dei dischi di sfoglia che vengono cotti su piastra, da entrambi i lati, a temperatura compresa tra 150 e 300°C, per un massimo di quattro minuti complessivi. Dopo la cottura si procede alla somministrazione o al confezionamento, che avviene immediatamente dopo il raffreddamento postcottura in sacchetti o buste termosaldati in atmosfera protetta.
Aspetto e sapore
La Piadina Romagnola IGP ha forma rotonda e schiacciata, con diametro compreso tra 15 e 25 cm. Ha un colore che varia dal bianco-avorio all’ambrato scuro, con macchie caratteristiche ambrate di varie tonalità e dimensioni, piccole e omogenee, su entrambi i lati. La consistenza è rigida e friabile, al gusto e all’olfatto risulta fragrante, con un odore simile a quello del pane appena sfornato. La tipologia alla Riminese si distingue per essere più sottile, morbida e flessibile, di diametro compreso tra 23 e 30 cm e con macchie più grandi e disomogenee.
Storia
Simbolo della gastronomia romagnola, la piadina ha una reputazione attestata fin dal XIV secolo, anche se racconta di un prodotto similare addirittura Virgilio, nel VII libro dell’Eneide (19 a.C.), descrivendo un disco sottile che veniva consumato abbrustolito. La piadina veniva tradizionalmente preparata tra un’infornata di pane e l’altra, quando il pane veniva cotto una volta a settimana; attraverso i secoli è passata da “pane dei poveri”, veloce e senza bisogno di lievitazione, a prodotto di largo consumo. Conosciuta in Romagna con la forma dialettale piè, ha assunto il suo nome attuale grazie all’italianizzazione di Giovanni Pascoli nel componimento La Piada (Nuovi Poemetti, 1909), nel quale il poeta la definisce “pane dell’umanità”.
Gastronomia
La Piadina Romagnola IGP viene consumata generalmente piegata in due, farcita con svariati ingredienti, i più tradizionali dei quali sono i salumi della gastronomia romagnola, oltre ai formaggi, primo fra tutti lo Squacquerone di Romagna DOP, e verdure. Il prodotto viene anche spesso farcito con ingredienti dolci, come cioccolata, miele e marmellate.
Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio tutto l’anno nelle tipologie Piadina Romagnola IGP e Piadina Romagnola IGP alla Riminese; per il prodotto di spessore da 4 a 8 millimetri può essere utilizzata la dicitura “spessa” o “la spessa”. È commercializzato pronto per la somministrazione o confezionato in sacchetti o buste termosaldati in atmosfera protetta.
Nota distintiva
La Piadina Romagnola IGP, prodotta nella sua versione più artigianale, si può trovare nei numerosissimi chioschi che caratterizzano tutto il territorio di produzione. A partire dagli anni Settanta si sono diffusi piccoli casottini di legno, generalmente decorati con righe verticali, dove le piadine vengono elaborate a mano e cotte su piastra o sui tradizionali testi (particolari padelle larghe e piatte), realizzati in argilla.