Descrizione
Il Miele delle Dolomiti Bellunesi DOP è prodotto con il nettare dei fiori del territorio montano del bellunese da sottospecie di api locali della specie Apis mellifera; a seconda della fioritura periodica nell’area produttiva si distinguono le tipologie: Millefiori, Acacia, Tiglio, Castagno, Rododendro e Tarassaco.
Zona di produzione
La zona di produzione del Miele delle Dolomiti Bellunesi DOP interessa l’intero territorio della provincia di Belluno, nella regione Veneto.
Metodo di produzione
Il miele inizia a formarsi quando l’ape bottinatrice passa a un’ape di casa la goccia di materia prima raccolta (trofallassi). Il ripetersi di questi passaggi provoca la riduzione del contenuto d’acqua e l’arricchimento del nettare con le secrezioni ghiandolari dell’ape. Le arnie in cui viene prodotto il Miele delle Dolomiti Bellunesi DOP sono di tipo stanziale, anche se possono essere periodicamente spostate, purché sempre all’interno della zona di produzione. L’estrazione del miele avviene direttamente dai favi dei melari mediante centrifugazione. Al momento del prelevamento dei melari le api vengono allontanate con metodi che escludono l’impiego di sostanze che potrebbero alterare il prodotto. A seconda delle tipologie, il periodo in cui si estrae il prodotto varia, e ciò anche al fine di ottenere un miele monofloreale differenziato. La raccolta infatti avviene in fasi successive e in concomitanza con le diverse fioriture.
Aspetto e sapore
Il Miele delle Dolomiti Bellunesi DOP si differenzia in base alle tipologie. Il Millefiori (o Multiflora) ha un colore che varia dal giallo chiaro all’ambrato, sapore dolce, morbido e ha spiccata tendenza alla cristallizzazione fine e omogenea; l’Acacia (o Robinia) presenta invece un colore chiaro, giallo paglierino scarico e trasparente, sapore delicato e molto dolce, con profumo che ricorda i fiori di robinia e ha consistenza tipicamente liquida; il Tiglio ha un colore variabile dal giallo chiaro al verdolino, sapore dolce con leggero retrogusto amaro, odore fresco, mentolato e balsamico, aspetto pastoso con cristallizzazione ritardata; il Castagno presenta un colore bruno scuro, sapore poco dolce, amarognolo, odore pungente, consistenza inizialmente liquida e poi viscosa; il Rododendro può essere pressoché trasparente fino a bianco o beige chiaro dopo la cristallizzazione, il sapore è delicato, l’odore fruttato, l’aspetto liquido e poi pastoso a granulazione fine; il Tarassaco è invece un miele con riflessi gialli, poco o normalmente dolce, solitamente acido, leggermente amaro, di consistenza liquida o finemente cristallina.
Storia
L’attività apistica e l’uso del miele nel territorio bellunese sono ben documentati. In un documento sui prezzi del 1712 si catalogano tre diversi tipi di miele commercializzato: “miele di fiori d’alta alpe”, “miele di brugo”, “miele de bosco misto”. La tradizionale cultura culinaria locale sull’uso del miele è testimoniata da documenti anonimi con ricette databili attorno al 1580 e altre, più numerose, dal Seicento in avanti. In alcuni musei etnografici locali sono presenti arnie villiche dei primi anni del secolo scorso.
Gastronomia
Il Miele delle Dolomiti Bellunesi DOP va conservato al riparo dalla luce e da fonti di calore. Si abbina bene ai formaggi tipici della zona di produzione quale il Piave DOP, ma si utilizza anche come ingrediente di piatti e dolci della tradizione bellunese.
Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio tutto l’anno nelle tipologie Miele delle Dolomiti Bellunesi DOP di Millefiori, di Acacia, di Tiglio, di Castagno, di Rododendro e di Tarassaco, in contenitori di vetro da 250, 500 o 1.000 g, chiusi con tappo metallico e sigillati con l’etichetta. Inoltre si può trovare in monodose in confezioni di vetro o altri imballaggi idonei.
Nota distintiva
Il Miele delle Dolomiti Bellunesi DOP si contraddistingue per l’ampio assortimento di colori e sapori legati all’elevata biodiversità floristica presente nel territorio della provincia di Belluno, peculiarità che si associa al sapere specializzato degli apicoltori.