Descrizione
Il Marrone della Valle di Susa IGP si riferisce al frutto allo stato fresco degli ecotipi locali di castagno noti come Marrone di San Giorio di Susa, Marrone di Meana di Susa, Marrone di Sant’Antonino di Susa, Marrone di Bruzolo e Marrone di Villar Focchiardo.
Zona di produzione
La zona di produzione del Marrone della Valle di Susa IGP comprende 28 comuni della provincia di Torino, nella regione Piemonte.
Metodo di produzione
I castagneti devono essere mantenuti puliti, il sottobosco deve essere sgombro da arbusti e felci, che devono essere adeguatamente sfalciati, senza usare diserbanti o altre sostanze chimiche. La raccolta è manuale o meccanica e inizia nel mese di settembre, generalmente intorno al 20, per terminare nei primi dieci giorni di novembre. I marroni sono quindi selezionati e calibrati, in modo da tenere solo quelli non lesionati e che presentano la pezzatura adeguata. Nel caso in cui una quantità di prodotto non sia commercializzata entro 30 giorni dalla raccolta, deve essere sottoposta a “curatura”, per favorirne la conservazione. La curatura può avvenire sia a freddo, immergendo gli acheni in acqua a temperatura ambiente per 2-8 giorni, sia a caldo, immergendoli in acqua calda a 48°C per 50 minuti e successivamente in acqua fredda per altri 50 minuti. Non è consentito l’impiego di additivi chimici.
Aspetto e sapore
Il Marrone della Valle di Susa IGP ha pezzatura medio-grande e presenta non più di tre frutti per riccio. La forma è ellissoidale, con apice poco pronunciato. La buccia è marrone-avana tendente al rossiccio, con striature in numero variabile. La polpa è bianca o bianco-crema, quasi senza solcature in superficie, croccante e dolce.
Storia
In Val di Susa i castagneti sono presenti già in epoca romana, anche se una vera e propria documentazione al riguardo si ritrova solo a partire dal Medioevo. Tra i castagneti che popolavano la valle, uno dei più noti era il Castagneretum di Templeris, che apparteneva ai Templari. Situato tra i comuni di Villar Focchiardo e San Giorio di Susa, in questo castagneto si trovano tutt’ora le più antiche ceppaie di marroni della valle. In seguito, la coltura si diffuse grazie all’opera delle istituzioni monastiche, che impiantarono castagneti in tutta la Valle di Susa, utilizzando gli stessi ecotipi locali dell’attuale IGP. Alla fine dell’Ottocento, il commercio di marroni era florido e diretto non solo alle altre regioni di Italia, ma anche verso la Francia e gli Stati Uniti d’America. Un calo della produzione si è verificato solo nel secondo dopoguerra, ma a partire dagli anni Ottanta, la rivalutazione dell’importanza socio-economica del castagneto ha portato alla graduale ripresa della coltivazione. A testimonianza del rinnovato interesse, da oltre 40 anni al Marrone della Valle di Susa IGP è dedicata una sagra che richiama ogni anno una nutrita folla.
Gastronomia
Il Marrone della Valle di Susa IGP si conserva al meglio se mantenuto in ambiente fresco e non umido. È un marrone particolarmente facile da pelare, in quanto l’epicarpo si stacca dalla polpa con estrema rapidità. È ottimo arrostito o bollito, ma può essere utilizzato come ingrediente in molte ricette, dagli antipasti fino ai dolci. Talvolta, le castagne bollite (ballotte) o arrostite vengono servite anche come contorno. Tra i dolci sono sicuramente da menzionare i classici marrons glacés, ma molto apprezzata è anche la variante sotto grappa.
Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio nella tipologia Marrone della Valle di Susa IGP. È venduto in sacchetti di rete da 1-2-2,5-3 o 10 kg, ma anche in confezioni di peso maggiore (25 o 50 kg). È disponibile generalmente a partire dal 25 settembre fino alla prima metà di novembre di ogni annata di produzione.
Nota distintiva
Il Marrone della Valle di Susa IGP è molto apprezzato per la particolare croccantezza della polpa, per la dolcezza e il profumo che lo rendono indiscutibilmente unico.