Descrizione
Il Cedro di Santa Maria del Cedro DOP si riferisce al frutto, o esperidio, allo stato fresco ottenuto dalla coltivazione della varietà liscia- diamante della specie Citrus medica L.
Zona di produzione
La zona di produzione del Cedro di Santa Maria del Cedro DOP comprende il territorio di 18 comuni in provincia di Cosenza, nella regione Calabria.
Metodo di produzione
La coltivazione del Cedro di Santa Maria del Cedro DOP ha luogo mediante le tecniche di allevamento a “vaso basso” e “vaso aperto”, utilizzando un tradizionale pergolato di supporto per sostenere il peso dei frutti. Le piante vengono coperte con reti ombreggianti o altri sistemi di copertura, al fine di proteggere le piante e i frutti dai rigori invernali e dai forti venti. Per evitare il contatto tra i frutti vengono frapposti pezzi di stoffa, carta, canna o una foglia tra un frutto e l’altro, in questo modo si otterrà una buccia liscia e priva di graffi o screpolature. La propagazione avviene per talea e per innesto prelevando il materiale solo dalle piante madri che mostrino le migliori caratteristiche genetiche. La raccolta deve avvenire in modo scalare ed esclusivamente a mano, per non danneggiare il frutto. La raccolta principale avviene dal 15 ottobre fino al 15 dicembre, mentre la raccolta tardiva avviene dal 15 febbraio al 30 aprile. È permessa la conservazione in locali a temperatura controllata.
Aspetto e sapore
Il Cedro di Santa Maria del Cedro DOP si contraddistingue per la forma ovale con apice picciolato, la buccia esterna (flavedo) è liscia, consistente e non deve presentare difformità, di colore verde intenso tendente al giallo; la buccia interna (albedo) è bianca e molto consistente; la polpa è di colore giallo tendente al verde chiaro, con sapore intenso e acidulo e odore aromatico.
Storia
La coltivazione del cedro in Calabria si afferma già nel III-II secolo a.C. per mano degli ebrei ellenizzati che seguirono il cammino dei coloni Greci. È probabile che gli ebrei abbiano portato con sé alcuni esemplari di cedro per mantenere vivi i loro cerimoniali religiosi, uno dei quali (Sukkot) comprende ancora oggi l’utilizzo del cedro (identificato con il Perì ‘etz hadar citato nella Bibbia) che i rabbini considerano come il prezioso frutto dei Giardini dell’Eden. Il legame con il territorio è rimasto così forte che nel 1968 il comune di Cipollina cambiò nome nell’attuale Santa Maria del Cedro.
Gastronomia
Il Cedro di Santa Maria del Cedro DOP va conservato in frigorifero o in un luogo fresco e asciutto. Oltre a essere consumato allo stato fresco, viene utilizzato soprattutto per la realizzazione di cedro candito, confetture, caramelle, sciroppi, liquori, grappe e cosmetica naturale; si usa inoltre per realizzare l’olio extravergine aromatizzato al cedro e la cedrata. È utilizzato per la produzione di prodotti tipici calabresi, come i panicelli, fagottini di foglia di cedro contenenti uva passita di zibibbo e cedro candito, legati con vermene di ginestre e infornati, le crucette di fichi secchi, gelati e granite. Si abbina soprattutto a piatti a base di pesce e carni bianche.
Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio allo stato fresco come Cedro di Santa Maria del Cedro DOP nelle categorie Prima per i frutti dal peso superiore a 600 g e Seconda per i frutti dal peso compreso tra 250 e 600 g. È ammesso il confezionamento e la bollinatura dei singoli frutti. È disponibile dal 15 ottobre fino a tutto gennaio per la raccolta principale e dal 15 febbraio fino a tutto maggio per la raccolta tardiva.
Nota distintiva
Il Cedro di Santa Maria del Cedro DOP presenta una buccia esterna liscia e carnosa mentre quella interna è abbondante, ricca in pectina e zuccheri che rendono il frutto particolarmente indicato per la canditura. Caratteristiche uniche dovute alla selezione genetica operata nei secoli da parte dei produttori e alle particolari condizioni pedoclimatiche legate a terreni ricchi di minerali e poveri di calcio.