Descrizione
L’Aglio Bianco Polesano DOP è un ortaggio allo stato secco appartenente alla specie Allium sativum L. nell’ecotipo locale Bianco Polesano, varietà Avorio.
Zona di produzione
La zona di produzione dell’Aglio Bianco Polesano DOP interessa 29 comuni della provincia di Rovigo, nella regione Veneto.
Metodo di produzione
La produzione avviene con ciclo di coltivazione annuale. La rotazione colturale prevede che l’aglio non possa tornare sul medesimo terreno prima di 3 anni. La semina può essere effettuata manualmente o in modo del tutto meccanizzato nel periodo che va dal primo ottobre al 31 dicembre. L’inizio della fase di raccolta viene deciso dal produttore, che valuta il grado di maturità della pianta. La raccolta si effettua manualmente o con l’utilizzo di macchine, mediante taglio netto dello stelo, asportando del tutto l’apparato radicale o lasciando solo la sua parte apicale. I bulbi vengono quindi sottoposti a essiccazione naturale, o mediante sistemi di ventilazione di aria riscaldata. Durante il confezionamento, i bulbi vengono intrecciati a mano con il loro stesso stelo e legati con spago, rafia o altro materiale idoneo. È consentita la frigoconservazione.
Aspetto e sapore
L’Aglio Bianco Polesano DOP presenta bulbi di forma rotondeggiante regolare, leggermente appiattita alla base; il colore è bianco brillante, senza striature di altro colore. I bulbilli sono perfettamente adiacenti l’uno all’altro e formano una struttura compatta. Il profilo aromatico è unico, meno pungente e più persistente rispetto alle altre varietà, con gradevoli note di erba appena tagliata e sapore dolce fruttato.
Storia
La presenza dell’aglio nel Polesine si fa risalire ai Romani, i quali con le loro opere di bonifica e riassetto dei territori agricoli hanno fortemente modificato la conformazione idrogeologica dell’area. Nella pubblicazione La centuriazione dell’agro di Adria (1993) a cura di Enrico Maragno la coltura dell’aglio è descritta come una delle più diffuse all’epoca, ricordata anche da Virgilio nelle Georgiche. Lo storico Francesco Antonio Bocchi (1821-1888) racconta negli Annali Policinensi come nel Medioevo agli abitanti di Rovigo fosse imposto di coltivare l’alio loco bono nei propri appezzamenti; nel XVI secolo, nelle pubblicazioni dell’Accademia dei Concordi di Rovigo si parla della produzione di aglio come di un’attività di particolare rilevanza per la zona di Selva, designazione storica riferita ad alcuni comuni dell’attuale area di produzione della DOP. A metà del Novecento l’aglio era ormai considerato una coltura industriale, come affermato da uno scritto di S. Zennaro del 1949.
Gastronomia
L’Aglio Bianco Polesano DOP si conserva fino a 8-10 mesi se mantenuto in luogo fresco, asciutto e ben aerato, meglio se lasciato con le sue barbe. Consumato al naturale mantiene intatte tutte le sue caratteristiche organolettiche e le innumerevoli proprietà benefiche. Cucinato è un ingrediente ideale per esaltare il gusto di molti piatti: dai semplici spaghetti aglio, olio e peperoncino, ai più elaborati sughi o stufati.
Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio nella tipologia Aglio Bianco Polesano DOP. È posto in vendita dal 10 luglio al 9 luglio dell’anno successivo alla raccolta. È commercializzato in canestrini (3-5 bulbi), mazzi con un numero variabile di bulbi e peso compreso tra 500 g e 2 kg; trecce (5-22 bulbi), treccioni (30-40 bulbi), grappoli (20-40 bulbi) e grappoloni (70-120 bulbi) che nel complesso possono avere peso variabile da 350 g fino a 20 kg; sono disponibili inoltre in confezioni di peso compreso tra 50 g e 1 kg oppure in sacchi da 1 fino a 20 kg, contenenti un numero variabile di bulbi. Per il confezionamento sono utilizzati imballi di legno, plastica, cartone o altro materiale idoneo. Le categorie commerciali sono: Prima (calibro minimo 30 mm) e Extra (calibro minimo 45 mm).
Nota distintiva
L’Aglio Bianco Polesano DOP si caratterizza per il particolare aroma dovuto alla combinazione di composti volatili solforati e di sostanze aromatiche presenti nei bulbi.