Descrizione
Il Torrone di Bagnara IGP è un dolce tipico della tradizione calabrese ottenuto dalla lavorazione di zucchero, mandorle tostate, miele, albume d’uovo, cacao amaro, oli essenziali e spezie in polvere. A seconda della copertura, di zucchero in grani o di cacao amaro, si distingue nelle due varietà Martiniana o Torrefatto glassato.
Zona di produzione
La zona di produzione del Torrone di Bagnara IGP interessa il solo territorio del comune di Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria, nella regione Calabria.
Metodo di produzione
Il prodotto è ottenuto attraverso un accurato procedimento che prevede il perfetto dosaggio degli ingredienti e la realizzazione di un complesso sistema di cottura a fuoco vivo ad alte temperature. Seguono successive procedure di affinamento che, nel gergo dell’antica tradizione produttiva, regalano al Torrone di Bagnara IGP il tradizionale aspetto “a manto di monaco”. In seguito la superficie esterna viene ricoperta di zucchero in grani, nella variante Martiniana, oppure con una miscela di zucchero e cacao, nella variante Torrefatto glassato.
Aspetto e sapore
Il Torrone di Bagnara IGP deve avere dimensioni comprese fra i 4 e i 12 cm di lunghezza e peso che può oscillare tra 14 e 35 g. Al primo morso la consistenza della pasta appare friabile e croccante, al palato la dolcezza dell’impasto è bilanciata dal sapore delle mandorle tostate e da una netta sensazione di brulé con leggero retrogusto speziato che, nella versione Torrefatto glassato, ingloba anche la percezione di cacao amaro. All’aspetto esterno la superficie appare increspata e di colore marrone, detta “a manto di monaco”. L’aspetto interno è di colore marrone, con presenza diffusa di mandorle ben distribuite.
Storia
L’origine del Torrone di Bagnara IGP è legata alla combinazione della tradizionale produzione locale di mandorle e miele con lo zucchero proveniente dai commerci del piccolo centro marinaro. Documenti di archivio riportano che già nel Settecento i monaci dell’abbazia di Bagnara erano esperti nella preparazione di dolci, e soprattutto lavoravano il torrone, che era chiamato “martiniana”. Dopo la nascita della prima vera fabbrica verso la metà dell’Ottocento, la storia delle torronerie di Bagnara si costruisce attraverso le vicende di tante botteghe artigiane a gestione familiare che hanno fatto scuola, creando nei secoli una cultura manuale unica nella lavorazione di questo prodotto, che si differenzia dagli altri torroni soprattutto per le particolari tecniche di lavorazione.
Gastronomia
Il Torrone di Bagnara IGP ha un tempo di conservazione di un anno, ma è consigliabile consumarlo entro tre mesi dal confezionamento per apprezzarne al meglio le qualità organolettiche conservandolo in posti asciutti al riparo dall’umidità. Il Torrone di Bagnara IGP è una tradizionale presenza delle feste natalizie, anche se con il passare del tempo si sta assistendo a un graduale allargamento del periodo di consumo. Uno degli abbinamenti più tipici è con il vino passito di uve Zibibbo coltivate nei tipici terrazzamenti detti armacie.
Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio nelle tipologie Torrone di Bagnara IGP Martiniana o Torrefatto glassato. È commercializzato in confezioni monoprodotto, avvolto in un incarto che riporta le diciture “Torrone di Bagnara”, “Indicazione Geografica Protetta” per esteso e/o il logo comunitario e il logo del prodotto, o pluriprodotto, in cui le medesime indicazioni devono essere presenti sulla confezione (vassoi o scatola) e su ogni involucro che avvolge il singolo pezzo.
Nota distintiva
Il Torrone di Bagnara IGP è frutto della sapiente lavorazione artigianale tramandata da generazioni di torronai bagnaresi, che ha saputo caratterizzare in modo originale il processo di produzione introducendo fasi di lavorazione come “il manto di monaco” e “la rottura vitrea”, il cui contributo è determinante nel definire le peculiari qualità organolettiche del prodotto.